Il binomio tecnologia-sostenibilità rappresenta la sfida degli ultimi decenni. È, infatti, un filo a collegare questi due mondi: l’innovazione, di cui EPDItaly si fa portatrice con la nuova PCR per il settore degli Arredi.
Annunciamo che sul sito di EPDItaly è possibile consultare la Core-Product Category Rules (PCR) da utilizzare per lo sviluppo delle EPD per Arredi da interno ed esterno, per offrire alle Organizzazioni, che desiderano implementare una strategia d’impresa, un vantaggio competitivo traducibile in valore condiviso per la comunità, il territorio e l’ecosistema stesso in cui una realtà opera.
Lo sviluppo del documento, proposto da ICMQ, ha visto la partecipazione di un ampio gruppo di stakeholder tra cui numerose università (Università di Bari Aldo Moro; Università Mediterranea Reggio Calabria, Università Politecnica delle Marche, Università di Siena), professionisti LCA, rappresentanti del settore come FEDERLEGNO ARREDO, e il contributo del MASE – Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
La molteplicità di attori nel panel della PCR è testimonianza del fermento nel mondo dell’arredo, orientato a trovare soluzioni che coniugano sostenibilità, tecnologia e design, mostrando un’attenzione ai materiali, ai processi produttivi e alle performance dei prodotti. In questo quadro, si inserisce lo strumento della PCR che permette di misurare secondo regole comuni gli impatti ambientali dei prodotti per valorizzare le Organizzazioni che scelgono soluzioni sostenibili.
Il punto di vista del MASE
Intervista a Sebastiano Serra, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
Negli ultimi anni, abbiamo assistito ad una rapida spinta verso la sostenibilità, trasversale in molti settori. Il ministero è da anni impegnato in iniziative volte a promuovere e diffondere modelli di produzione e consumo sostenibile. A tal proposito come possiamo stimolare il miglioramento continuo delle industrie italiane nella concretizzazione dei principi della sostenibilità?
Il miglioramento continuo dell’industria nazionale è uno degli elementi di forza della sostenibilità nei suoi parametri fondamentali: economico, sociale e ambientale. L’adozione di regole per settore è la via maestra per raggiungere la sostenibilità con una sequenza di parametri come ricette da seguire per conseguire l’obiettivo della sostenibilità. Perciò la presenza di regole tecniche e di comportamento, quali quelle indicate nelle PCR, fornisce alle industrie italiane la modalità da seguire in modo esauriente, al fine di disporre di una traccia per conseguire la sostenibilità.
Qual è il suo punto di vista rispetto al ruolo della sostenibilità come driver del mercato?
La sostenibilità è l’unico driver completo per favorire chi lo applica e ottenere obiettivi di miglioramento che permettono di inserire un elemento di competitività e stabilità nella produzione di beni, rafforzando le aziende.
Quanto è importante, secondo lei, la presenza di Organizzazioni consapevoli e pronte a misurare il proprio impatto ambientale nel settore degli Arredi? E come può contribuire attivamente la presenza sul mercato della PCR a cui ha partecipato come membro del PCR Committee?
Il settore degli arredi ha bisogno di organizzazioni in grado di fornire elementi di comportamento e regole tecniche per fare in modo che la componente ambientale faccia la differenza all’interno degli obiettivi che l’Unione Europea ci sta dando per la protezione del clima, il benessere e la salute umana, contro l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo e la riduzione dei rifiuti o degli scarti, con il principio di economia circolare. Le PCR forniscono uno schema da seguire per non perdersi in questo mare di norme prescrittive che non aiutano l’ambiente; permettono invece di capire quali sono gli elementi fondamentali e di base per ottenere il traguardo di un ambiente pulito, di un clima che non devii verso situazioni pericolose specialmente in un paese molto fragile come l’Italia.
Il punto di vista di FEDERLEGNO ARREDO
Intervista a Marco Fossi, FEDERLEGNO ARREDO – Federazione italiana delle industrie del legno, del sughero, del mobile e dell’arredamento.
Lei ha partecipato al PCR Committee della PCR degli Arredi in rappresentanza di Federlegno: perché avete deciso di portare avanti questa iniziativa?
FederlegnoArredo cerca di presidiare tutte le attività e le iniziative che abbiano un impatto sulle aziende associate e sui loro prodotti. In questo caso, la definizione di PCR sull’arredo da parte di un ente di gestione italiano è particolarmente importante perché offre alle imprese di settore l’opportunità di rivolgersi ad un interlocutore sul territorio nazionale, con il quale il dialogo è sicuramente più facile, non solo per una questione di lingua. Considerata la rilevanza che la sostenibilità ha assunto per le politiche della nostra federazione negli ultimi anni, la nuova PCR può essere considerata un ulteriore strumento messo a disposizione delle imprese per attuare gli obiettivi che il settore si sta prefiggendo. Per motivi diversi, ad oggi, i prodotti di arredo con EPD costituiscono ancora una eccezione, un percorso seguito dalle aziende più lungimiranti e impegnate sul piano della sostenibilità ambientale, ma in futuro questo strumento potrebbe assumere maggiore rilevanza.
Perché il comparto del legno ritiene importante questo tipo di certificazioni?
Il comparto dell’arredo non domestico (contract) o per ufficio si è reso conto già da molti anni dell’importanza delle EPD, il cui possesso è molto spesso richiesto o premiato nell’ambito di commesse di grandi dimensioni, inizialmente estere, ma oramai sempre più spesso anche a livello nazionale. I più diffusi schemi di rating della sostenibilità degli edifici considerano da anni le Dichiarazioni Ambientali di Prodotto come elemento premiante, anche per gli arredi che vengono collocati nell’opera oggetto di valutazione. I capitolati per l’acquisito di arredi prevedono oramai spesso l’EPD come criterio migliorativo. Le varie iniziative a livello europeo nate dallo European Green Deal e l’evoluzione della legislazione comunitaria che sta prendendo forma definitiva non possono che rafforzare il ruolo delle dichiarazioni ambientali di prodotto nel valutare l‘impatto ambientale dei prodotti, oltre che aiutare le aziende nell’individuare gli ambiti di possibile miglioramento nei loro processi produttivi. In tempi relativamente recenti, anche i nostri criteri minimi ambientali per gli acquisti pubblici di arredi hanno annoverato l’EPD tra gli strumenti utili a dimostrare la conformità dei prodotti offerti ad alcuni dei criteri.
Secondo lei oggi c’è maggiore consapevolezza, da parte di chi sceglie una tipologia di arredo, sulla sostenibilità dei prodotti?
L’evoluzione regolamentare normativa rispecchia la sempre maggiore sensibilità presente nel mercato. Al di là degli obblighi legislativi, il grado di consapevolezza in materia di sostenibilità dei prodotti è ulteriormente aumentato in tempi recenti, non solo da parte dei grandi clienti, ma anche da parte del consumatore. Tuttavia, gli strumenti idonei per comunicare al consumatore le caratteristiche di impatto ambientale dei prodotti difficilmente possono essere le stesse rispetto a quelle richieste ed usate nell’ambito B2B.