Fondato negli anni ’60, il Gruppo Artemide è uno dei leader mondiali nel settore dell’illuminazione. Le lampade Artemide sono oggi considerate icone del design contemporaneo e sono esposte nei musei di arte moderna e nelle collezioni internazionali.Per dirlo con le parole di Carlotta de Bevilacqua, Presidente e CEO del Gruppo: “per Artemide l’innovazione è il punto di partenza del progetto. Essa si nutre della ricerca e del pensiero scientifico, cioè della capacità di vedere le cose in modo diverso da come le vedevamo prima. E la scienza è soprattutto visione oltre che ricerca rigorosa. Può far crescere la nostra conoscenza per interpretare il futuro, aprire nuove frontiere. Grazie a questa innovazione scientifica e tecnologica, la luce ci consente di ripensare all’ambiente, alle sue risorse e al progetto energetico in termini di ecosistema per una migliore qualità della vita non solo dell’uomo ma di tutti gli esseri viventi e del pianeta. La luce oggi è un’energia circolare.”
L’azienda milanese ha deciso di intraprendere il percorso per ottenere la certificazione EPD (Dichiarazione Ambientale di Prodotto) con ICMQ, per la pubblicazione da parte del Program Operator EPDItaly. Una garanzia di sostenibilità in più a livello nazionale e internazionale per un’eccellenza italiana nel campo del design.
Laura Salviati, Head of Communication and Training e Laura Pessoni, Head of Innovation Design, raccontano il percorso sostenibile di Artemide e la scelta di affidarsi al Program Operator.
Quanto conta per voi la sostenibilità?
Per Artemide la sostenibilità è un tema centrale da moltissimi anni: abbiamo iniziato ad affrontarlo più di 20 anni fa secondo un approccio aperto ed inclusivo, dall’efficienza energetica delle sorgenti luminose al supporto di determinate lunghezze d’onda al benessere psico-fisiologico dell’essere umano. È un percorso serio e continuo che proseguiamo secondo molte e diverse prospettive.
Inoltre, dal 2018 pubblichiamo un report di sostenibilità certificato, aderiamo a United Nation Global Compact e siamo impegnati in una serie di azioni volte a migliorare la sostenibilità sia dei prodotti che dell’operato aziendale.
Quali azioni avete intrapreso?
Abbiamo un piano che prevede la sostenibilità a tutti i livelli. Per esempio, per la nostra produzione utilizziamo solo energie rinnovabili in tutti gli stabilimenti in Italia, Ungheria e in parte in Francia.
La stessa parte di ideazione creativa del prodotto è sostenibile: progettiamo per ottenere una lunga vita dei nostri oggetti di design: non a caso i nostri prodotti durano per decadi e si tramandano di generazione in generazione. In questo modo si ripartisce il consumo energetico. Il nostro lavoro è basato sulla continua ricerca in tema di innovazioni ottiche, attraverso sistemi che consentono di ottimizzare l’energia impiegata: la collezione Artemide è ormai da anni sviluppata al 100% in tecnologia led di ultima generazione. È un continuo aggiornamento dal punto di vista energetico che va comunque di pari passo con la qualità: in laboratorio analizziamo e verifichiamo accuratamente tutti gli step di progettazione, fino ad arrivare a un prodotto davvero efficiente. Inoltre, dal punto di vista produttivo, cerchiamo di utilizzare, ove possibile, materiali e processi altamente sostenibili.
Al momento dell’applicazione delle nostre lampade vogliamo che siano rispettati tutti i criteri per arrivare alla conformità con i protocolli di green building: siamo convinti che prodotti sostenibili creano un progetto sostenibile.
Come nasce l’idea di certificare i prodotti con l’EPD?
Per l’ottenimento delle certificazioni di green building da parte degli architetti incontriamo spesso richieste dirette di EPD proprio in funzione del rispetto dei criteri di conformità e, anche quando indiretti, i parametri che ci richiedono corrispondono proprio a quelli che abbiamo analizzato nell’EPD.
Tuttavia, per noi il tema non è una novità: già nel 2008 avevamo realizzato uno studio LCA con il Politecnico di Milano per il nostro prodotto più iconico, la lampada “Tolomeo”. L’obiettivo era capire come migliorare la nostra progettualità per costruire delle linee guida sostenibili anche per i progetti futuri. L’EPD, quindi, è una prosecuzione di questo percorso. Abbiamo sentito la necessità di dare concretezza ed evidenza a queste nostre azioni partendo da “Alphabet of Light”: il nostro attuale best seller; un sistema di illuminazione estremamente innovativo e molto funzionale, trasversale nelle applicazioni, che è il primo per cui abbiamo richiesto la certificazione EPD. Si tratta di un oggetto che ha già ottenuto importanti riconoscimenti e due patent of invention: per il sistema ottico e per i particolari giunti elettromeccanici che consentono una progettualità molto libera nello spazio mantenendo un’uniformità di emissione in soli 50 mm di diametro con un’altissima efficienza, una linea di luce continua grazie a una componibilità a 360 gradi nello spazio.
Quali vantaggi vi aspettate dalla certificazione?
Come per “Tolomeo” nel 2008, l’analisi sarà uno strumento per apportare miglioramenti a tutta la progettazione e produzione e non solo al singolo prodotto. Grazie all’EPD, disporremo dell’LCA Tool che sarà non solo il risultato della misurazione di “Alphabet of Light” ma anche un’opportunità per valutare gli impatti delle scelte che porteremo avanti. È sicuramente una fonte di stimoli per la nostra ricerca.
Inoltre, dietro questa scelta c’è un pensiero rivolto anche al consumatore finale: riteniamo importante l’educazione alla responsabilità attraverso la comunicazione dei nostri principi di progetto, in modo da aumentare la consapevolezza dei nostri clienti. E, naturalmente, i vantaggi saranno anche per i progetti B2C, vista la crescente richiesta di tali certificazioni.
Quanto è strategico un Program Operator come EPDItaly per diffondere la sostenibilità a livello nazionale e internazionale?
L’EPD è una certificazione spesso richiesta a livello internazionale da produttori, progettisti, designer; lavoriamo con grandi architetti internazionali per sviluppare i prodotti e, nella fase di sviluppo, i temi dell’EPD sono sempre un punto di riferimento. Teniamo molto anche al tema della digitalizzazione, che stiamo portando avanti sviluppando sistemi di gestione intelligente, anche tramite una nostra Artemide App, per aiutare l’utente finale e il progettista a relazionarsi con la luce e l’energia in modo più consapevole e ragionato. Di certo “Alphabet of Light” non sarà l’unico prodotto certificato con EPDItaly, ma probabilmente il primo di una serie.