Il Ministero della Transizione Ecologica con DM 23 Giugno 2022 n. 254 (Gazzetta Ufficiale n. 184 del 8 agosto 2022 – in vigore dal 6 dicembre 2022) ha rivisto e sostituito i Criteri Ambientali Minimi per l’affidamento del servizio di fornitura, noleggio ed estensione della vita utile di arredi per interni contenuti nel precedente CAM di gennaio 2017.
Il Campo di applicazione del nuovo CAM Arredo include gli articoli di arredo per interni (anche se realizzati su misura), di cui ai codici CPV (Common Procurement Vocabulary) elencati nello stesso. A titolo di esempio riportiamo: Appendiabiti, Armadi, Arredo scolastico, Articoli di arredamento e mobili vari (Scaffalature, Scrivanie, Sedie, Tavoli, armadi, Vetrine). Sono incluse anche le pareti interne mobili (sistemi di partizione interne non portanti) così come definite nella norma UNI 10700 Partizioni interne – Pareti interne mobili – Terminologia e classificazione e gli imballaggi.
La scelta dei criteri contenuti nel nuovo CAM si basa sui principi e i modelli di sviluppo dell’economia circolare. L’obiettivo, infatti è quello di consentire alle stazioni appaltanti di ridurre gli impatti ambientali degli acquisti e dei servizi inerenti agli arredi, considerati in un’ottica di ciclo di vita LCA, invitandole a valutare il loro reale fabbisogno attraverso un’attenta ricognizione degli arredi in dotazione (sia in uso che dismessi) e incoraggiando l’allungamento della loro vita media, l’acquisto di arredi usati ricondizionati o il loro noleggio.
L’ estensione della vita utile dell’arredo, una delle principali novità introdotte, contempla la riparazione o la donazione degli arredi usati, prevedendo, laddove ciò non sia possibile, il disassemblaggio non distruttivo per riciclare il materiale recuperato. L’introduzione di tale servizio consente la massima estensione della vita utile dei beni e dei relativi componenti, il loro reinserimento con meno sprechi e minori esternalità, anche in relazione alla presenza e alle emissioni di sostanze pericolose e all’uso di energia.
Cosa prevedono i nuovi CAM
Come indicato dal CAM stesso, le analisi del settore portate avanti in sede europea hanno evidenziato, sulla base di studi LCA, che l’impatto ambientale degli arredi è dovuto principalmente (80-90%) ai materiali e componenti utilizzati, all’uso di sostanze chimiche per i rivestimenti durante il processo produttivo e al consumo di energia dovuto alla polimerizzazione dei materiali plastici. Si promuove quindi l’eco-progettazione degli arredi tramite l’utilizzo di materiali rinnovabili o riciclati, la modularità e il disassemblaggio non distruttivo per permettere il recupero di parti da utilizzare come ricambi o il riciclo di materiali in impianti autorizzati, che valorizzino le risorse materiali nei modi consentiti dalle leggi vigenti.
In sinergia con l’attuale politica ambientale della commissione europea, viene affrontato anche il tema degli imballaggi in relazione al contenuto di materiali riciclati e in considerazione della breve durata di vita dell’imballaggio stesso. Tale aspetto, secondo studi LCA presi a confronto per lo studio preliminare dei criteri del Green Public Procurement GPP europeo, rappresenta il 6 % degli impatti ambientali del settore.
In tema di utilizzo di materiali rinnovabili o riciclati, il punto 4.1.6 “Materiali Plastici”, indica che se il contenuto totale di materiale plastico (incluso imbottiture), nel prodotto finito, supera il 20 % del peso totale del prodotto (escluso, quindi, l’imballaggio), allora i componenti in materiale plastico devono essere realizzati per almeno il 30 % con plastica riciclata oppure con plastica a base biologica in conformità alla norma tecnica. Mentre il punto 4.1.10 “Imballaggi” precisa che i componenti in cartone dovranno essere costituiti per almeno il 70% e quelli in plastica dovranno essere costituiti per almeno il 30% da materiale riciclato.
Per dimostrare la conformità a tale aspetto, un’organizzazione deve richiedere ad un organismo di valutazione della conformità di terza parte , una verifica del contenuto di riciclato attraverso una delle evidenze indicate nel DM stesso ovvero una certificazione di prodotto, basata sulla tracciabilità dei materiali ovvero sul bilancio di massa, con l’indicazione della percentuale di plastica riciclata ovvero della percentuale di plastica a base biologica sul certificato
I CAM e l’EPD
Oltre alle certificazioni specifiche di prodotto mirate a verificare esclusivamente il contenuto di riciclato, da segnalare che il CAM inserisce come mezzo di prova anche la Dichiarazione Ambientale di Prodotto EPD che abbia esplicitato al suo interno tale informazione.
L’EPD rappresenta la “carta d’identità ambientale” del prodotto. Il documento rappresenta una forma di comunicazione importante, rivolta alla diffusione di informazioni ambientali relative alla produzione di un prodotto/servizio. I suoi contenuti sono rivolti principalmente agli utilizzatori industriali e commerciali, sfruttando appieno le peculiarità della comunicazione business to business. È necessario, pertanto, che la Dichiarazione ambientale sia trasparente, in modo da poter essere compresa e interpretata correttamente da tutti.
Gli impatti ambientali di un prodotto/servizio sono determinati da uno studio del ciclo di vita LCA “Life Cycle Assessment” che mette a disposizione del produttore una metodologia di analisi dei propri processi, dalla “culla al cancello” o dalla “culla alla tomba”, cioè dall’estrazione delle materie prime al cancello della fabbrica o alla dismissione del prodotto; passando attraverso le fasi di produzione e uso, alla ricerca degli impatti ambientali, ma anche degli sprechi e delle possibilità di ottimizzazione e risparmio. Tale analisi può essere condotta con l’ausilio di documenti chiamati Product Category Rules PCR che definiscono, per ogni categoria di prodotto, l’insieme delle “regole comuni” che tutte le EPD in materia ed i relativi studi LCA devono rispettare per garantire coerenza e confrontabilità.
Le EPD infatti, devono rispettare le Regole di Categoria di Prodotto, definite dai Program Operator come EPDItaly, dedicato alle aziende che vogliono comunicare a livello internazionale le prestazioni ambientali dei propri prodotti trasmettendo così, oltre agli aspetti tecnici, anche quel concetto di appartenenza territoriale ed eccellenza italiana apprezzato e riconosciuto in tutto il mondo.
Per venire incontro alle esigenze dei produttori italiani che vogliono sviluppare una EPD in conformità a quanto richiesto dal DM, EPDItaly ha intrapreso il percorso di sviluppo della PCR relativi agli arredi.
Tale percorso prevederà, oltre le seguenti fasi:
Allo sviluppo della PCR stanno partecipando diversi importanti soggetti appartenenti a Ecamricert, Environment Park, Federlegno, Indaco 2, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Take Care International, Università di Bari, Università Mediterranea di Reggio Calabria, Università Politecnica delle Marche, Università di Siena.
Tra i Criteri Premianti da segnalare anche il punteggio tecnico aggiuntivo all’operatore economico che dimostri la propria capacità di adottare misure di gestione ambientale attraverso il possesso della Certificazione del Sistema di Gestione UNI EN ISO 14001 e della registrazione EMAS