Sara Bressi – PhD Eng. Sustainability Consultant
Lei si è occupata dello sviluppo delle Pcr dedicate alle infrastrutture a livello tecnico: che tipo di lavoro è stato fatto?
Il lavoro è stato strutturato in diversi step: il primo è stato creare un quadro sullo stato dell’arte, cioè riassumere e analizzare che cosa era stato fatto fino a quel momento, un lavoro quindi di revisione della letteratura esistente per valutare il punto di partenza e gli eventuali limiti. Il secondo step poi è stato quello di cercare di colmare i limiti degli standard precedenti a valle di discussioni tecnico-scientifiche con i soggetti coinvolti. A questo proposito, desidero infatti ringraziare il dott. Andrea Morfino, consulente di Sphera per l’importante collaborazione. In particolare, i principali aspetti toccati sono stati: la modifica dell’unità funzionale e dei moduli obbligatori o opzionali per le EPD, che dipendono dal tipo di infrastruttura analizzata. Un altro aspetto importante è stato l’introduzione di una “pre-project EPD” che stima gli impatti ambientali preliminari sulla base dei dati assunti e disponibili in fase di progettazione dell’infrastruttura e di una “post-project EPD” che mira a verificare gli impatti ambientali calcolati dopo la realizzazione dell’infrastruttura utilizzando i dati primari raccolti in questa fase. Non in ultimo sono state realizzate delle linee guida per il calcolo degli impatti derivanti dalla fase d’uso delle infrastrutture.
Secondo Lei qual è il valore di questo tipo di lavoro e a quali risultati porterà?
Il valore di questo tipo di lavoro risiede nel cercare di definire innanzitutto delle regole per una corretta confrontabilità delle EPD relative alle infrastrutture, fornire delle linee guida e dei requisiti specifici per lo sviluppo dell’EPD per la valutazione delle prestazioni ambientali della costruzione e manutenzione di strade, autostrade, aeroporti, ponti e viadotti. Queste PCR inoltre hanno un ampio campo di applicabilità: si riferiscono sia alle infrastrutture nuove che a quelle esistenti, tenendo conto della fase di progettazione e fino la conclusione dei lavori. La mia speranza è che queste PCR portino ad incentivare quindi la realizzazione delle EPD e più in generale un’attenzione, ora più necessaria che mai, per la riduzione degli impatti ambientali derivanti dalle attività di questo settore.
Qual è stato il ruolo di ICMQ all’interno del gruppo di lavoro?
Il ruolo di ICMQ è stato quello di garantire che tutte le procedure per la pubblicazione fossero svolte in modo corretto. Si è occupato della gestione preliminare delle PCR e della gestione della consultazione pubblica. Inoltre ha partecipato attivamente ai lavori di revisione fornendo un contributo importante per la successiva pubblicazione.