In un periodo storico in cui l’attenzione alle emissioni di CO2 è in crescita da diversi anni, ICMQ sta investendo nel trovare metodi e soluzioni che possano venire incontro alle esigenze di un mercato sempre più attento alle tematiche di sostenibilità.
Ricordiamo che è stato da poco istituito un Ministero, quello della transizione ecologica, che prevede tra i suoi obiettivi la mobilità a CO2 zero, e soprattutto che uno dei diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile è “Agire per il clima”.
In questo contesto diventa fondamentale aiutare i produttori a seguire questa politica e valorizzare, quindi, con una certificazione di terza parte indipendente gli sforzi intrapresi in questa direzione.
Per questo motivo, un primo tassello è stato siglare nello scorso mese di maggio un accordo di collaborazione tra EPDItaly, Program Operator italiano, e Carbon Footprint Italy, il Program Operator per comunicare la quantificazione e la riduzione delle emissioni di GHG (gas a effetto serra) di prodotti e organizzazioni.
Lo scopo dell’accordo è quello di avviare una sinergia tra i due programmi per facilitare lo sviluppo delle Product Category Rules (PCR) che possano essere utilizzate per la redazione sia delle Dichiarazioni Ambientali di Prodotto EPD sia delle Carbon Footprint di Prodotto CFP.
In questo modo, le PCR da utilizzare nel sistema EPDItaly non conterranno solamente le indicazioni per determinare gli indicatori di impatto ambientale tipici della EPD, ma potranno contenere gli elementi tecnici utili per calcolare la CFP.
Questo processo permetterà di aumentare il livello tecnico dei documenti di EPDItaly, venendo incontro, contemporaneamente, alle esigenze tecniche e di comunicazione di tutti i produttori.
EPDItaly e Carbon Footprint Italy condivideranno, quindi, le proprie competenze tramite i comitati che presiedono e la pubblicazione del documento PCR per renderlo usufruibile da ambedue i Program Operator e per dotarlo di quel valore aggiunto che rappresenta un “plus” per il produttore, in ottica del calcolo della CO2.
L’efficacia della certificazione
La PCR mette a disposizione del produttore la metodologia LCA “Life Cycle Assessment”, che permette di fornire una metodologia di analisi dei propri processi, dalla “culla alla tomba”, cioè dall’estrazione delle materie prime, alla dismissione del prodotto, passando attraverso le fasi di produzione e uso. La raccolta dei dati permette di analizzare tali processi, captando sprechi e consumi, permettendo di intervenire sull’approvvigionamento di combustibile, sul trasporto e sui fornitori, per ottimizzare la produzione e risparmiare sui costi interni. I consumi e le emissioni di CO2 possono orientare i produttori su impianti sempre più efficienti e risparmiare, così, sulle manutenzioni.
Non da ultimo, è da considerare che i produttori hanno a disposizione, dopo la raccolta dei dati, un potente strumento di comunicazione e di marketing. Una convalida di parte terza della EPD e della CFP diventa un importante strumento di valorizzazione della coscienza ambientale del produttore e dei suoi investimenti in termini di risparmio energetico, comunicando nel contempo con i progettisti, orientando le loro scelte su prodotti che possono fare acquisire crediti nei maggiori sistemi di rating degli edifici e delle infrastrutture come Leed, Breeam, Itaca o Envision.