Intervista all’Ing. Fabrizio Pedetta – Direttore Generale di Colacem e Colabeton
Quali sono le motivazioni principali che vi hanno spinto verso la certificazione volontaria EPD?
Viviamo in un mondo che acquista sempre più coscienza riguardo gli effetti delle attività umane sull’ambiente. Conoscenza, tecnologia, innovazione e professionalità sono state e restano per Colabeton la base per produrre calcestruzzo in modo sostenibile. Siamo molto attenti all’ambiente e crediamo fortemente nel dialogo con le comunità nelle quali operano i nostri impianti. Un rapporto che l’azienda fonda sulla trasparenza e sui fatti. La Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD), ottenuta secondo un processo accreditato e autorevole, rappresenta per Colabeton un passo avanti per la sostenibilità, grazie al quale gli Stakeholder possono verificare in modo chiaro e oggettivo le prestazioni ambientali dei prodotti.
Quale prodotto della sua azienda ha ottenuto la EPD? Quali sono le sue principali caratteristiche?
I primi calcestruzzi a essere dotati di EPD sono i 5 dell’impianto di Mediglia (MI), cioè un CLS RCK20, tre tipologie di dryCrystal RCK3, caratterizzati da permeabilità all’acqua molto basse e, quindi indicati per strutture a tenuta idraulica, un BeForce RCK55, prodotto a elevate prestazioni e resistenze meccaniche. La scelta di questo impianto da parte di Colabeton è dovuta all’importanza strategica di tale impianto in questa area metropolitana, solitamente molto attiva in termini di opere pubbliche. I nostri clienti saranno certamente agevolati da questa certificazione.
Quali sono i principali vantaggi ottenuti dalla pubblicazione della Dichiarazione Ambientale di Prodotto? Quali le ricadute sul consumatore finale?
Colabeton produce calcestruzzo, un materiale che si ottiene dal mix di cemento, aggregati naturali (sabbia e ghiaia), acqua. Il cemento, che è il componente del mix a maggiore impatto è comunque acquistato da Colacem, azienda del Gruppo che da sempre investe nelle migliori tecnologie disponibili, profondamente convinta che puntare sulla sostenibilità significa anche rimanere competitivi in un mercato sempre più difficile. In merito alle altre materie prime, in certi casi possiamo sostituirne parte con materiali riciclati, ma si parla di percentuali molto basse, in quanto vi sono ancora una serie di ostacoli normativi e culturali che ne limitano l’impiego. Limitare l’impatto sull’ambiente e garantire sicurezza e salute sul luogo di lavoro sono per noi valori prioritari, al pari di efficienza, qualità e redditività. Riteniamo, quindi, che disporre della certificazione EPD dei nostri calcestruzzi sia un ulteriore passo in avanti verso la sostenibilità dell’azienda. Si garantisce in questo modo un indicatore dell’efficienza energetica e produttiva affidabile, in grado di monitorare il miglioramento delle prestazioni ambientali dell’intero processo proiettato su prodotti e servizi.
Il consumatore finale potrà così beneficiare di un prodotto ultra controllato, che garantisce qualità e sicurezza, oltre che il massimo rispetto dell’ambiente. Caratteristiche sempre più necessarie oggi nel settore delle costruzioni.
Pensa che EPDItaly possa contribuire a diffondere la cultura della sostenibilità di prodotto?
Noi siamo convinti che il futuro sarà soltanto per le aziende sostenibili. EPDItaly sta contribuendo attivamente e in modo positivo a questo processo di evoluzione culturale che coinvolge tutti gli operatori del mercato. In passato le logiche sulla base delle quali venivano selezionati i prodotti erano legate a criteri sostanzialmente quantitativi e prestazionali. Stiamo vivendo una nuova realtà, in cui la scelta del prodotto viene fatta considerando sempre di più indicatori legati al tema della sostenibilità.
Quanto è importante, secondo lei, la presenza di prodotti sostenibili italiani all’interno di un Program Operator che fa del network internazionale uno dei suoi punti di forza?
L’Italia, nonostante tutto, è ancora oggi un punto di riferimento in diversi settori; innovazione, design, bellezza, qualità, originalità fanno oggettivamente parte del nostro Dna. Il Paese non è sempre in prima linea nelle sfide che riguardano la salvaguardia dell’ambiente. Il settore del calcestruzzo ha caratteristiche tali da poter partecipare positivamente alla soluzione di alcune problematiche importanti, come del resto avviene già in larga parte dei paesi più attenti ai temi della sostenibilità. In tale senso anche il ruolo di EPDItaly può essere un grande incentivo.