EPD: vantaggi per le imprese, per i consumatori e per il pianeta

Quanto impatta sull’ambiente la piastrella che scegliamo per il bagno di casa o l’acciaio del lavandino in cucina? Come si fa a valutare il ciclo di vita del prodotto dall’estrazione della materia prima alla sua vendita al consumatore? Con la Dichiarazione Ambientale di Prodotto, EPD, è possibile rispondere a queste domande e avere uno strumento che consente la conoscenza delle prestazioni ambientali e contribuisca alla salvaguardia dell’eco sistema. Come funziona? Ogni azienda, sulla base di uno studio di vita (Life Cycle Assesment – LCA) di un prodotto o un servizio può redigere la propria dichiarazione degli impatti ambientali. Solo a seguito di una verifica della correttezza e congruità dei dati e dei processi, effettuata da parte di un organismo di terza parte indipendente accreditato, l’EPD viene pubblicata nel registro del Program Operator italiano – EPDItaly a disposizione del mercato nazionale ed estero in maniera trasparente e verificata.

Secondo i dati di EPDItaly nell’ ultimo anno abbiamo assistito ad una decisa e costante crescita del numero di EPD. Nel 2016, anno in cui è stato costituito EPDItaly, le EPD pubblicate sono state 5. Sono salite a 18 nel 2017, a 46 nel 2018 e a 75 nel 2019. La crescita è costante e negli ultimi 12 mesi si è verificato un incremento del 63%. Per quanto le aziende di ogni tipo di settore abbiano la possibilità di certificare con l’EPD i propri prodotti, negli ultimi anni si è avuto un forte incremento dei principali comparti legati alle costruzioni come calcestruzzo, cemento, acciai, isolanti e laterizi.

Ci sono motivazioni precise per cui le aziende stanno assumendo questa decisione: in primo luogo le stazioni appaltanti hanno iniziato ad applicare i CAM, Criteri Ambientali Minimi, che citano EPDItaly come strumento di verifica del rispetto dei requisiti previsti (ad esempio la percentuale di materia riciclata che viene utilizzata per un prodotto); inoltre sta aumentando l’attenzione delle imprese ad operare in un’ottica di sostenibilità ambientale; importante anche la diffusione dei “rating system” di edifici ed infrastrutture che valorizzano l’utilizzo di prodotti che godono di una EPD; infine i produttori riconoscono l’EPD come strumento di marketing e comunicazione che valorizza i loro prodotti, li distingue dalla concorrenza e permette visibilità anche a livello internazionale. I vantaggi per le aziende sono svariati anche dal punto di vista economico: l’EPD permette di ottimizzare i processi produttivi e ridurre i costi all’interno dell’azienda, monitorando il miglioramento nel tempo delle prestazioni ambientali dei prodotti o servizi. In secondo luogo la Dichiarazione Ambientale di prodotto consente di comunicare in modo chiaro, trasparente ed oggettivo le prestazioni ambientali lungo tutta la filiera produttiva. Non ultima la possibilità di valorizzare il brand aziendale adottando una politica di trasparenza nei confronti degli stakeholders.

I vantaggi riguardano anche il cliente finale che sceglie materiali e prodotti per la propria casa, come ad esempio degli isolanti o delle piastrelle: il consumatore ha la possibilità di effettuare delle scelte consapevoli in un’ottica di sostenibilità ambientale. Grazie all’EPD un consumatore può, infatti, conoscere le prestazioni ambientali convalidate da un Ente terzo accreditato, dei prodotti che sta acquistando; può contribuire a salvaguardare l’ecosistema scegliendo prodotti e servizi che hanno minor impatto rispetto ad altri presenti sul mercato; e in caso di immobili o edifici la scelta di materiali i cui impatti ambientali sono certificati, può aumentarne lo standard di qualità, e quindi il valore economico.

 

La comunicazione dei prodotti con EPD avviene attraverso la consultazione di un portale gestito da un Program operator che recepisce le certificazioni, le rende visibili e le promuove. Da circa quattro anni esiste EPDItaly, il programma italiano appartenente al circuito Eco Platform, associazione che raduna i principali Program Operator del settore delle costruzioni, nata con lo scopo di sostenere l’armonizzazione delle Dichiarazioni Ambientali di Prodotto europee. Con l’EPD è possibile prevedere e pianificare sia la vita utile del prodotto, sia la sua destinazione finale e tramite EPDItaly e i suoi accordi di mutuo riconoscimento si ha l’accesso ai database di altri paesi, da cui i progettisti possono attingere per scegliere i prodotti. Come sottolinea ICMQ, che ha promosso l’EPD e la sua diffusione in Italia- le possibilità che offre questo strumento sono molto ampie. Soprattutto tendono a valorizzare il made in Italy premiando le aziende che mettono al centro del proprio interesse la comunicazione delle corrette informazioni ambientali sui prodotti e sul loro ciclo di vita.

 

I parametri su cui viene impostato il ciclo di vita del prodotto, per redigere il documento EPD, ed ottenerne la convalida da parte di Organismo di Certificazione accreditato, sono definiti nelle PCR (Regole di Categoria di Prodotto) di riferimento. Queste ultime sono documenti che definiscono i principi e i requisiti per la stesura delle EPD di una specifica categoria di prodotti o servizi. Definiscono le regole a cui i diversi produttori devono attenersi nel condurre l’analisi del ciclo di vita (LCA) secondo la ISO 14040. Per i prodotti da costruzione alcuni dei parametri sono: Global Warming Potential GWP che esprime il contributo all’effetto serra di un gas serra, la creazione di ozono fotochimico, l’Acidificazione del suolo e dell’acqua, l’Eutrofizzazione, l’Esaurimento delle risorse abiotiche non fossili, l’esaurimento delle risorse abiotiche fossili. A questi si aggiungono parametri descrittivi in merito al consumo di risorse energetiche rinnovabili e non rinnovabili, di materie seconde, di combustibili, di rifiuti pericolosi e non, di materiali per il riciclo e per il riutilizzo.