L’8 novembre pomeriggio si è tenuto un convegno di approfondimento per spiegare in cosa consiste la certificazione volontaria di prodotto EPD e presentare EPDItaly, il program operator italiano all’interno del quale le aziende possono pubblicare le loro EPD, ottenendo visibilità a livello nazionale e internazionale e comunicando al mercato, in modo chiaro e trasparente, gli impatti ambientali di un proprio prodotto o di un servizio. L’obiettivo è stato quello di sottolineare i vantaggi di questo tipo di certificazione a livello di immagine e marketing per chi decide di certificare i propri prodotti utilizzando l’EPD, soprattutto secondo una logica di economia circolare.
L’incontro è iniziato con un intervento da parte di Alfredo Martini, direttore di Civiltà di Cantiere, che ha mostrato alcuni dati del Centro Studi di Intesa Sanpaolo in cui viene delineato lo scenario economico futuro, che dovrà basarsi necessariamente su un’economia di tipo circolare. “Il passaggio alle energie rinnovabili comporterà una riduzione delle emissioni di CO2 del 55%. Il restante 45% proviene dal modo in cui produciamo /utilizziamo i prodotti, produciamo cibo e gestiamo la terra coltivabile. L’uso di un approccio basato sull’economia circolare in cinque aree chiave (cemento, plastica, acciaio, alluminio e cibo) può eliminare quasi la metà di queste emissioni rimanenti”. Intesa san Paolo, ha stanziato un Plafond da € 5 miliardi per concedere credito alle migliori condizioni alle aziende più innovative nel campo della Circular economy. L’eligibilità è valutata attraverso cinque criteri di accesso sviluppati in collaborazione con la Ellen MacArthur Foundation.
E’ salito poi sul palco dei relatori Lorenzo Orsenigo, che ha illustrato i benefici elle EPD e di come EPDItaly possa agevolare la diffusione dei prodotti sostenibili sul mercato nazionale e internazionale. Ha sottolineato come oggi più che mail la sostenibilità sia diventata una necessità: “È in corso un cambiamento culturale nel quale la sostenibilità ambientale fa parte del “patto generazionale”. La sostenibilità sarà sicuramente un elemento chiave per l’evoluzione del mercato nei prossimi anni, molti sono i segnali che ci arrivano: GPP, CAM, Codice appalti, incentivi … La Commissione Europea considera senza dubbio la sostenibilità in edilizia una delle linee strategiche di sviluppo per i prossimi anni: sta alle aziende e imprese prendere provvedimenti.” Orsenigo ha sottolineato come chi ha la possibilità di offrire al mercato prodotti con EPD ha sicuramente un vantaggio competitivo perché investire in sostenibilità, oltre a ottenere dei vantaggi economici in produzione, può anche accedere a mercati che possono altrimenti essere a loro preclusi. “EPDItaly intende perseguire l’obiettivo di costituire un punto di riferimento per tutti i produttori italiani, in tutti i settori merceologici, che vogliono valorizzare la sostenibilità dei propri prodotti sul mercato italiano e internazionale”, sono state le sue conclusioni.
Per il Politecnico di Milano è poi intervenuta Anna dalla Valle, una ricercatrice che ha portato il suo contributo su come la certificazione possa essere di sostegno a un’economia di tipo circolare. “Ciò che per una industria è rifiuto per un’altra può divenire risorsa. Il principio si basa sull’idea di chiudere i cicli delle attività produttive. Il concetto si può applicare a diverse scale: a una città con il concetto di urban mining che vede la città come una miniera di materiali da poter riutilizzare oppure, ad esempio, a un edificio che, inteso come material bank, attribuisce valore ai materiali e prodotti da costruzione stoccati negli edifici.
Dalla Valle ha mostrato come un prodotto può diventare sostenibile sia attraverso un processo di riciclo che attraverso l’utilizzo di altri processi produttivi. I prodotti e i materiali possono essere riciclati, con un contenuto di riciclato sia di tipo pre-consumo sia di tipo post-consumo, e riciclabili alla fine del loro ciclo di vita. “Questo concetto è molto importante, soprattutto alla luce della Direttiva Quadro sui Rifiuti 2008/98/CE, che ha fissato un obiettivo di riciclaggio per i rifiuti da costruzione e demolizione pari al 70%, da raggiungere nel 2020”.
Dopo questi interventi di inquadramento generale si è passati poi a sentire la “voce” delle aziende che hanno già scelto di utilizzare EPDItaly per valorizzare i propri prodotti certificati EPD. Sono intervenuti i rappresentanti di alcuni gruppi leader per la produzione di materiali per l’edilizia: Diego De Santi di Isolconfort, Silvia Serri di Marazzi, Giulio Barison e Carlo Ceschia (Ferriere Nord/ Gruppo Pittini) e Michele Destro del Gruppo Stabila. Ognuno di loro ha esposto il proprio percorso e spiegato come sono arrivati a scegliere di certificare i prodotti e poi a promuoverli con EPDItaly. Tutti hanno espresso soddisfazione in merito allo strumento, convenendo che si tratta di una vera e propria “vetrina” per chi sceglie un mercato basato sui principi di sostenibilità. Alcuni hanno sottolineato le difficoltà di un tipo di certificazione che, fino a poco tempo fa, era appannaggio solo internazionale e quindi basata su criteri molto generali che poco si adattavano alla realtà italiana che ha un sistema delle costruzioni complesso e articolato. Con l’avvento di EPDItaly si è trovato un riferimento più vicino alle esigenze delle aziende italiane e quindi più facilmente utilizzabile.